venerdì 2 maggio 2008

Minestra riscaldata


Oggi sono stata un po' pensierosa: pensavo alla minestra riscaldata. Devo dire che è un piatto che non ho quasi mai cucinato e quasi mai servito, però può fare comodo avere un po' di minestrina conservata e propinarla a qualcuno qualche volta...se proprio non si ha roba fresca! Ma non parlo di situazioni affettivo-sentimentali, non mi riferisco a quei casi in cui si lascia il/la proprio/a ragazzo/a perché c'è un'altra persona che ci attira, e questa persona ci dà un palo colossale (bello quello dell'alta tensione!) e noi mogi mogi con la codina bruciata fra le gambe torniamo dal nostro ex partner dicendo: tesorino-sono-cambiato/a-ho-capito-di-amare-solo-te-mi-sei-mancato/a-ti-prego-dammi-un'altra-possibilità. Tutto d'un fiato la diciamo la bugia, la cazzatona del secolo. E nel momento post palo-pre riscaldamento della minestra abbiamo rotto le palle a qualcun'altro, cercato un altro rifugio sentimentale e fatto credere a un altro/a di stare male per aver perso l'amore della propria vita, aver capito quanto si è piccoli e sbagliati, ma avere tanta voglia di migliorare in sua dolce compagnia. Perché la solitudine (affettiva e sessuale) ci fa paura, il 2 di picche ci fa ancora male e il porto sicuro è sempre meglio di un pertugio qualunque (anche se omnia fora pertugia est detta sempre la sua santa legge!). Comunque io non mi riferivo a questa minestra riscaldata (dove io ovviamente interpreto il lusinghiero ruolo della cucchiarella mescolatrice!), bensì a tutti quei momenti in cui si è stanchi di andare avanti, di imboccare una strada nuova, di lottare ancora un po' e si depongono le armi e si sceglie la via vecchia. Quella che hai percorso a piedi, in bici, in autobus, in macchina e a volte anche in aereo, di cui conosci ogni brecciolino, ogni vetrina, ogni cognome sui citofoni dei palazzi, ma che suona come una vecchia nenia rassicurante. A volte il rischio è pericoloso proprio perché non lo si vuole affrontare, quante volte si parte per il mare e piove, eppure in spiaggia il sole spacca le pietre. Bisogna solo percorrerla un po' quella strada, vedere com'è, sintonizzare l'autoradio sul meteo e ascoltare. Quante volte si perde l'impossibile per avere un briciolo di possibile. Non è mancanza di intraprendenza, è pigrizia, opportunismo, solitudine (parlo del neurone solo) e chiusura, e poi ci si nasconde dietro a certe scuse: come se riprendere la strada vecchia costasse chissà quale fatica, quale scelta sulla vita, quale decisione inoppugnabile e spirituale. La vita è una mollica, le strade infinite, ognuno fa come vuole, ma io voglio qualcosa in più. Come diceva qualcuno: ognuno vada dove vuole andare ognuno invecchi come gli pare ma non raccontare a me che cos'è la libertà (grande F.G.).

tomorrow is another day

1 commento:

Ataru Moroboshi ha detto...

°_° ehm - ma la minestra ?
Vabbuò Miché, non ti pigliare collera, sennò così ti vanno le lacrime nella minestra... ahahah...)